La Contessa di Verrua - Atto Primo: L'arrivo a Torino


La storia che vi sto per raccontare è la storia della vita di un personaggio realmente esistito, che ha ispirato scrittori e romanzieri.
E'
ambientata nella città di Torino della fine del 1600.


Passione, tradimenti e gelosia si intrecciano alla politica nei palazzi del potere e nella vita di corte.

Il sipario si apre…

Ritratto di Jeanne Baptiste d'Albert de Luynes, la Contessa di Verrua


 Atto Primo: L’arrivo a Torino


Nel ducato sabaudo, nella città di Torino un giovane nobile vive un rapporto conflittuale in famiglia: è il Duca Vittorio Amedeo II. Sua madre, la Madama Reale Maria Giovanna, detiene il potere da quando il figlioletto era in fasce e, anche se lui ha già da qualche anno raggiunto la maggiore età, lei non ha molte intenzioni di lasciargli il posto.
Cerca quindi ogni pretesto per allontanare il figlio dalle faccende della politica; lo distrae continuando a organizzare feste e banchetti per indirizzare l’attenzione di Vittorio Amedeo verso i divertimenti che la sua posizione gli può concedere.
Indubbiamente Vittorio Amedeo II trae beneficio da questo, perché affina le armi della seduzione, ma riesce a cogliere anche le intenzioni materne. 

Siamo sul finire dell’estate del 1683 e una carrozza percorre le vie del centro di Torino.
A bordo ci sono due giovani di bell’aspetto. Due novelli sposi, pressochè coetanei. Nobili entrambi.
La sposa, poco più che tredicenne, è francese. Il suo nome è Jeanne Baptiste d’Albert de Luynes, la figlia del duca di Luynes, una cittadina a sud-ovest di Parigi.
Lo sposo è l’
unico erede di una delle più potenti famiglie nobili piemontesi: è il conte Giuseppe Maria Ignazio Augusto Manfredo Gerolamo Scaglia di Verrua. (Non vi preoccupate: d’ora in poi lo chiamerò solo Ignazio!).
Il giovane ha due impieghi di tutto rispetto all’interno del Palazzo Ducale che lo obbligano ad essere sempre presente a corte: è gentiluomo di camera del Duca Vittorio Amedeo II e colonnello dei Dragoni.

La bella Jeanne Baptiste trascorre il suo tempo a casa, nel bellissimo Palazzo Scaglia di Verrua in via Stampatori 4, palazzo che condivide con Ignazio e la madre di lui, con la quale però non ha un bellissimo rapporto.

All’inizio del 1684, ad insaputa della madre, Vittorio Amedeo II organizza il suo stesso matrimonio. Si tratta di un matrimonio che affonda le sue radici nella convenienza politica e non nel sentimento: lui non ha neanche mai visto la sua futura sposa, ma il giovane duca con questa mossa riesce a compiere un buon passo politico per il ducato e a scalzare di fatto la madre dalla posizione di reggente. Non per nulla Vittorio Amedeo viene definito “La Volpe Savoiarda”, anche se questo nomignolo non è certo dovuto unicamente a questa vicenda…anzi!
A maggio Anna Maria d’Orleans, già sposa per procura di Vittorio Amedeo II, fa il suo ingresso trionfale a Torino dopo aver celebrato con lui le nozze di persona a Chambery. 


Cosa succederà a questi quattro novelli sposi e alle loro famiglie?
Lo scopriremo nella prossima puntata! 


Elisa Creaidee

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